Un giorno Ettore Corbo scopre di non riuscire più a vedere le facce delle persone. Al loro posto il vuoto, un vuoto ovale e teso da manichini. Le analisi non danno esiti misurabili, ma per Corbo, stanco commercialista nello studio di famiglia, incagliato in un matrimonio senza gioia, non c'è alcun modo di uscire da questa condizione di cecità parziale che gli nasconde gli altri, o forse glieli mostra interi nella loro nudità inespressiva, e talvolta complica talvolta semplifica terribilmente le relazioni già faticose col resto del mondo. Sempre più solo, sempre più silenzioso, feroce, pungente, impermeabile alla quotidianità fatta di riti in cui non crede, indifferente al clima politico che intorno a lui si fa sempre più teso, Corbo si chiude in se stesso e insieme si apre a un'altra possibilità di vita, assurda quanto lo può essere un manichino dal volto piatto.