Una serie di crolli che in seguito alle piogge incessanti si verificano in varie zone collinari della città provocando diversi morti. Queste disgrazie sono l’innesco narrativo di "Malacqua", dove la cronaca si trasforma subito in un’allegoria sinistra e potente fino a prendere le movenze di quello che oggi si potrebbe definire un romanzo distopico sul cambiamento climatico. La città sembra liquefarsi, mentre l’acqua scorre, penetra, danneggia: “Avrebbe smesso? Avrebbe smesso mai?” E in questi quattro giorni di pioggia accadono eventi misteriosi che invitano il lettore a perdersi nei vicoli: le voci di Castel dell’Ovo, l’enigma di tre bambole, il mare di via Caracciolo che insegue gli scugnizzi nei bassi, le monetine da cinque lire che suonano...