Gaspard Monge (1746-1818), scienziato poliedrico, eclettico e versatile, fondatore della prestigiosa École Polytechnique di Parigi, è passato alla storia soprattutto per la rappresentazione grafica di carattere tecnico, come padre della geometria descrittiva e codificatore del metodo delle proiezioni ortogonali, chiamato anche, appunto, "metodo di Monge". Convinto della stretta relazione tra scienza e tecnica e dell'esigenza di affrontare sia gli aspetti teorici che quelli pratici delle questioni, Monge mise a punto un nuovo linguaggio scientifico e tecnico universale - quello grafico - affinché tutti gli ingegneri e i tecnici preposti alla progettazione, alla direzione dell'esecuzione e del funzionamento delle opere di ingegneria potessero parlare una stessa lingua. Questo modello di studi per la formazione degli ingegneri è il suo capolavoro, oltre che sintesi di tutto il suo itinerario di ricercatore e di professore e parte cospicua della sua eredità, perché alcune discipline tecnico-scientifiche si diffusero e si svilupparono proprio per la realizzazione di quel modello all'inizio dell'Ottocento che, a distanza di oltre duecento anni, permea ancora gli studi nelle più prestigiose scuole per ingegneri del mondo intero. Questo libro - che si legge quasi come un romanzo d'avventura, pur essendo un rigoroso saggio scientifico - è anche un robusto tentativo di collocare Gaspard Monge, che troppi e per troppo tempo hanno ascritto all'ambito della matematica, nel luogo che naturalmente gli compete: l'ingegneria. Va pertanto ben al di là della celebrazione del bicentenario della morte del Maestro, che è colta come occasione per riflettere sulla sua figura e sulla sua opera. Il che per un ingegnere significa riflettere - come scrive il Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri nella Presentazione - "sulle proprie radici e sulla propria identità. Significa ritrovare l'orgoglio per una formazione severa, con forte base scientifica mai fine a se stessa, che sappia coniugare la teoria e la pratica, la scienza e la tecnica; riaccendere l'aspirazione per le più alte affermazioni personali, conquistate con il proprio merito, e richiamare il dovere per l'impegno sociale dell'ingegnere".
240
brossura
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