Alessandro Portelli è considerato uno dei padri fondatori della storia orale non solo italiana ma internazionale. Deve tale fama al paziente accumulo di riflessioni, frutto di decenni di viaggi e interviste a cavallo dei continenti ai protagonisti della storia non ufficiale, quella fatta attraverso le voci dei testimoni diretti di eventi che hanno segnato epoche e svolte culturali. Solo oggi, però, i saggi di Portelli, apparsi sul mercato editoriale americano sancendo la sua autorevolezza scientifica, vengono raccolti in una sorta di canone. Nell'ultimo quarto di secolo essi hanno contribuito a trasformare il metodo e le finalità stesse della storia orale, diventando riferimenti obbligati, ora per la prima volta tradotti in italiano. La storia orale ricostruisce gli eventi del passato, lontano e più recente, soprattutto del mondo popolare e non egemone; ma principalmente ne esplora il significato, attraverso l'analisi del racconto, l'immaginazione, il desiderio, il sogno, la soggettività e attraverso il dialogo fra culture e persone, intervistati e intervistatori, ricercatori e narratori. La storia orale si intreccia con la letteratura, la linguistica, l'antropologia, le religioni, la musica, la cultura di massa e la politica. Ecco perché i saggi di Portelli percorrono un tempo che va dalle stragi naziste all'impatto della globalizzazione sul mondo operaio e ai fatti del G8 di Genova, e uno spazio che va dalle acciaierie di Terni al Kentucky, da Roma all'India, passando per il Brasile o il Vietnam.
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Saggi
brossura
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