La mattina del 4 ottobre 1866, Anna Grigór'evna, una giovane stenografa, bussa alla porta dell'appartamento al primo piano dello stabile in Vicolo Stoljàrnyj, a San Pietroburgo. Chi le ha proposto il lavoro l'ha avvertita che avrebbe avuto a che fare con un individuo singolare: si tratta di Fëdor Dostoevskij, che sta scrivendo il suo nuovo romanzo, "Il giocatore". Il primo impatto è penoso, eppure, da lì a poco, la compassione lascerà il posto all'amore e la stenografa diventerà la seconda moglie dello scrittore. Anna racconta le gelosie del marito, ma anche la sua dolcezza, l'amore per i figli e poi i libri, i viaggi, la lotta paziente contro il demone del gioco. Le sue memorie occupano un posto particolare nella contraddittoria letteratura su Dostoevskij: inusuali e preziose, costituiscono una cronaca fedele del periodo più fecondo della sua carriera.
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