La Storia, come sappiamo, è una catena di eventi spesso tragici che fanno da sfondo e influenzano le nostre esistenze. Cosa succede se un bambino s'intrufola nelle pieghe della Storia, gioca a nascondino con il Mostro, si diverte anche quando sembrerebbe che ci sia solo da piangere? E proprio quello che fa Julek, il protagonista di questo romanzo, che si ritrova ad attraversare la metà più buia del Novecento nei territori più pericolosi. Già la sua venuta al mondo è leggendaria. Ci vuole una riunione di due ore del Partito comunista polacco in esilio a Mosca per decidere se la mamma di Julek, la militante Lena, dovrà o meno dare alla luce il bambino, visto che lei e il marito saranno presto rispediti in patria a fare la lotta clandestina. Per fortuna per Julek la riunione vota a favore della sua nascita. Uno che nasce così certamente ce la metterà tutta per sopravvivere e addirittura per godersi la vita anche nelle situazioni più complicate. Ed è proprio quello che farà Julek. La madre, presa dalla sua attività politica, lo affida agli zii che Julek pensa siano i suoi veri genitori, poi se lo riprende e lo porta a Parigi. A questo punto Julek pensa di essere stato rapito dalla zia per motivi misteriosi, quindi è felice quando lo portano all'orfanotrofio l'Avvenire Sociale gestito dal sindacato francese CGT. Qui inizia una serie di avventure incredibili che scaturiscono dai guai in cui si può cacciare un ragazzino vivace e fantasioso e dai problemi ben più grossi provocati dalla Storia.