La cucina italiana è troppo varia, troppo diversa da regione a regione, da città a città, e se è vero che Garibaldi ha fatto l'unità d'Italia, nessun cuoco è riuscito a fare l'unità della cucina d'Italia. Ogni regione, ogni città, quartiere, alle volte, famiglia, ha le sue ricette, il suo modo di cucinare. Negli antichi palazzi esistono ancora i quaderni della Nobildonna di casa. Oggi quando si assume uno chef gli si chiede: dimmi cosa sai cucinare e di lì si scrivono i menu. Un tempo si dava allo chef il quaderno con le ricette scritte e gli si diceva cosa si mangiava il lunedì, il martedì e via di seguito. Oggi la cucina è diventata creativa. La porzione di pasta non è più 120 grammi, ma da 70 a 90, a seconda di chi siede a tavola, e via di seguito. Resta però il fatto che la cucina italiana è la cucina del luogo dove ci si trova. L'Italia è uno stivale allungato da nord a sud. Mare, pianura, montagna, laghi. Troppo diverso ogni luogo dall'altro. E allora cosa resta da fare? Raccogliere i ricettari di ogni regione, scegliere le migliori ricette e tenersi pronti a portare in tavola non solo i piatti del nostro "dove", ma anche quelli dell'"altrove". Un giro gastronomico non solo virtuale alla ricerca di gusti a volte dimenticati, a volte nascosti. Claudio Nobbio nelle sue avventure anche televisive intorno alla tavola, ha avuto modo di raccogliere le ricette più significative della nostra cucina nazionale.
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brossura
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