La lunga riflessione circa la corruzione della società, il cui progresso è secondo l’autore fonte di degrado della natura umana, sfocia nel Contratto come rimedio a quel male ingenerato dalla società medesima. E tale rimedio, si sa, non consiste nel ritorno a uno stato di natura ormai perduto in cui gli uomini erano ugualmente liberi, bensì nella riforma dei princìpi che fondano e ispirano l’associazione etico-politica tra gli stessi. La carica innovativa del Contratto sociale è dunque in questa rottura netta rispetto al passato; il fondamento del diritto, la sua legittimazione giuridica e politica non vanno più ricercati nel divino, né tantomeno nella tradizione patriarcale o in un soggetto esterno al popolo che governi per concessione divina; il fondamento ultimo del diritto va ricon dotto, piuttosto, alla volontà generale degli uomini riuniti nell’assemblea politica, a quella sovranità del popolo sempre assoluta, indivisibile e inalienabile da cui per ciò stesso devono scaturire le leggi.
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Classici
brossura
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