Uscito nella «Biblioteca storica» a inizio anno e presto esaurito, il libro di Bruneteau viene riproposto nella «Storica paperbacks». Perché il Novecento rimarrà il secolo dei genocidi? Stermini di massa ci sono sempre stati, ma solo nel Novecento la miscela avvelenata di razionalità totalitaria, nazionalismo e modernità ha generato la sanguinosa «specialità» del genocidio. La parola stessa ha poco più di sessant’anni: fu creata da un giurista americano nel 1944 per dare un nome alla politica di sterminio dei nazisti. Negli ultimi anni, sulla spinta di una crescente sensibilità umanitaria, gli studi sui genocidi sono nati e rapidamente cresciuti alla dimensione di un autentico filone storiografico che il volume di Bruneteau mette a frutto. Dopo aver fatto il punto del problema, ancora molto controverso, su cosa sia esattamente definibile come genocidio, Bruneteau spiega le origini ideologiche e storiche del comportamento genocida, che affondano nei massacri delle guerre di conquista coloniale, nella diffusione di un malinteso darwinismo sociale, nella pedagogia della violenza estrema nella Grande Guerra, e dedica un capitolo a raccontare ognuno dei grandi genocidi del secolo: gli armeni durante la Grande Guerra, le «liquidazioni» sovietiche (dai kulaki alle deportazioni etniche), lo sterminio degli ebrei a opera dei nazisti, i massacri condotti in Cambogia dai khmer rossi di Pol Pot, infine le due grandi stragi del dopo guerra fredda: la pulizia etnica in Bosnia e il genocidio in Ruanda.
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Storica paperbacks
Brossura
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