due saggi che compongono questo libro sono, pur nella loro brevità, emblematici dell’impostazione filosofica di Popper, ed esprimono il senso profondo che ne ha animato la battaglia culturale e politica. Interrogarsi e pronunciarsi sulla validità della nostra conoscenza non significa infatti soltanto affinare la speculazione, ma anche offrire visioni del mondo che possono essere fatte proprie da tutti gli uomini. Distaccandosi sia dall’empirismo sia dal razionalismo, Popper non ammette fonti privilegiate di verità e giudica deleterio perseguire idolatricamente la certezza e l’oggettività della scienza. La conoscenza è umana e perciò stesso intessuta di pregiudizi, sogni, speranze. Possiamo solo procedere per confutazioni, cioè riconoscendo ed eliminando gli errori, che saremo tanto più sagaci a cercare quanto più consapevoli saremo della nostra imperfezione.
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