Dall’Archivio storico del comune di Rifreddo, nel cuneese, sono emersi alcuni incartamenti giudiziari relativi a procedimenti a carico di alcune donne del luogo, che alla fine del 1495 furono inquisite e condannate per stregoneria. Merlo ha studiato queste carte e qui racconta la vicenda di quelle povere «masche» (streghe). Denunciate all’inquisitore, imprigionate e torturate, confessarono sabba notturni, amplessi demoniaci, profanazioni di croci e ostie, banchetti di carne di bambino, malefici e violenze. C’era una realtà dietro quelle confessioni implausibili? Di che cosa parlavano veramente? Merlo addita una possibile realtà, meno fantasiosa, che sembra trasparire da alcuni indizi: una storia di furto d’erba e di botte in convento, una morte che innesca la maldicenza. Ma alla fine del Quattrocento la «favola horror» delle streghe e dei demoni era già nata, era già un paradigma esplicativo per realtà oscure o minacciose. Per le povere «masche» di Rifreddo la via per il rogo era obbligata.
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brossura
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