"Il vino della solitudine" è il più autobiografico e il più personale dei romanzi di Irène Némirovsky: la quale, pochi giorni prima di essere arrestata, stilando l'elenco delle sue opere sul retro del quaderno di "Suite francese", accanto a questo titolo scriveva: "Di Irène Némirovsky per Irène Némirovsky". Il libro narra l'infelice rapporto tra una madre e una figlia, ma mentre nel precedente "Jezabel", la protagonista assoluta era una madre, qui la figura materna, assente e lontana, è in secondo piano, e la voce narrante del libro è quella di una figlia, Hélène, che detesta la madre con tutta se stessa, e aspetta il momento giusto per vendicarsi della sua freddezza. Ma questo momento arriverà insieme al tempo della trasformazione della ragazza in donna: che quando scopre in sé un germe della crudeltà materna, decide di voler gustare qualcosa di molto più inebriante della vendetta. Introduzione di Maria Nadotti.
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rilegato
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