Possiamo affermare che Verga con il suo romanzo Mastro don Gesualdo, racchiude lo spirito della grande letteratura italiana del ‘900, in particolar modo quella siciliana, ha raccontato nei dettagli il processo di un’eterna crisi e di un ribaltamento, di una classe sociale che decade a fronte di un’altra che emerge, con un affannosa rincorsa al patrimonio; tutto narrato attraverso le vicessitudini di un muratore arricchito. Il supremo amore per la «roba», il sospetto, la difesa contro tutto e tutti, sono leggi di vita inviolabili, su cui si basa Gesualdo nel suo immane sforzo di conquistare una più elevata e degna posizione sociale. Accorgendosi però, che dovrà abbandonare la “roba” che per tutta una vita aveva ammassata, il personaggio cade malato, senza potervi porre alcun rimedio. Perdere la vita è perdere la roba, binomio indissolubile nella Sicilia del primo novecento! E proprio mentre la fine si avvicina, Gesualdo, sempre più solo ed abbandonato, assume un ruolo eroico e nel contempo tragico!
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brossura
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