Marina ha sette anni quando entra in orfanotrofio dopo la morte dei genitori in un incidente, ma è molto diversa dalle altre bambine. Sulle compagne esercita un fascino oscuro che le attira almeno quanto le respinge. Il desiderio di qualcosa che non si comprende si sovrappone alla sofferenza di non appartenere al gruppo, così i rituali quotidiani della ricreazione, del pranzo e della buonanotte sono scanditi da una paura lambita dalle fiamme dell’amore. Finché, in un atto di ribellione alla realtà, l’immaginazione di Marina inventa “il gioco”: uno svago che può essere vissuto solo seriamente, con la sincerità violenta e generosa con cui si gioca soltanto nell’infanzia. Le istruzioni di Marina sono precise, le altre bambine le seguono come se quelle parole fossero necessarie, e quella proposta attesa da sempre. Ma presto tutte scopriranno che le regole del gioco che le unisce sono molto difficili da seguire. Paragonato dalla critica al Signore delle mosche di William Golding, tradotto in 15 paesi e scelto come libro dell’anno dal “Guardian”, Le mani piccole è un emozionante ritratto dell’età in cui impariamo a crescere, che conferma lo straordinario talento narrativo di Andrés Barba.
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Oceani
brossura con alette
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