Sono passati sessant’anni dalla prima edizione di Opera aperta (1962) e, con la consapevolezza del senno di poi, possiamo dire che questo libro rappresenta uno dei saggi più importanti del secondo Novecento europeo. Opera aperta è stato un libro di rottura. Eco – come spesso ha fatto – ha qui incrociato in maniera inedita ed efficacissima suggestioni attinte da Tommaso d’Aquino (e corroborate da Joyce) con gli ultimi portati della teoria dell’informazione applicata al discorso poetico, spunti dalla linguistica saussuriana con le sperimentazioni della musica di Luciano Berio (che Eco incontrava negli studi Rai proprio negli anni in cui scriveva queste pagine) e con gli esiti più recenti della fisica teorica. Con straordinaria anticipazione, Eco ha fornito sessant’anni fa categorie per pensare l’arte e i linguaggi di oggi, che nel dialogo con il digitale hanno evidentemente sposato replicabilità, rimediazione, frammentazione, rilancio – e dunque apertura. La nave di Teseo ripropone questo volume in una nuova edizione con una documentazione inedita che comprende i materiali preparatori e gli appunti di Eco stesso sulla prima edizione, da lui ampiamente rivista e rilavorata – annotazioni che raccontano l’evoluzione del pensiero di Eco, ricostruita nella postfazione di Riccardo Fedriga.
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Grandi Delfini
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