Ne Il mito del progressoBouveresse mette in discussione alcune delle nostre credenze con-temporanee più fondamentali, in particolare la credenza nel progresso, e ricorda, da un lato, che la specie umana è soggetta alla stessa legge di pre-carietà delle altre specie e, dall'altro, che non vi è alcuna garanzia che la produzione industriale sia biologicamente adattata all'uomo. Queste due idee potrebbero dare l'impressione di essere nulla più del semplice buonsenso; non sono, infatti, partico-larmente scioccanti o sovversive. Tuttavia, hanno suscitato reazioni sorprendenti e negative da parte di tutti quegli scienziati, economisti, politici e in-tellettuali che condividono una credenza comune, che può essere definita «la credenza nella crescita economica illimitata». Ciò conferma l'idea di Kraus che, anche se non sappiamo quale sia il progresso, tutti sono più che mai obbligati a credere che almeno una cosa sia certa: stiamo facendo progressi, possiamo farlo in modo illimitato, e l'obbligo di continuare a farlo è una sorta di imperativo categorico per le società contemporanee.