Cassandra Edwards ha ventiquattro anni, è una studentessa laureata a Berkeley: è allegra, brillante, un po’ nevrotica e triste. All’inizio del romanzo la troviamo al volante della sua macchina mentre sta tornando a casa, il ranch di famiglia alle pendici della Sierra, per partecipare al matrimonio della sua gemella, Judith, con un giovane medico del Connecticut. Cassandra, d’altra parte, è determinata a sabotare il matrimonio. La commedia agrodolce di Dorothy Baker segue un inaspettato corso di eventi nei quali la sua eroina si mostra, in momenti diversi, subdola, consapevole, ridicola, concitata, assurda e disperata – e allo stesso tempo totalmente impossibile, e irresistibile. Il week end che Cassandra trascorre nella casa paterna diventa un momento di crescita, una riflessione su quanto la famiglia sia lo specchio più evidente della natura insoddisfacente dell’essere umano. La prima cosa che apprendiamo è che il sé è qualcosa di parziale. Forse possiamo essere consapevoli di un unico aspetto davvero comune a tutti: l’incompiutezza.
200
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brossura
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