Mi sa che fuori e' primavera

Questa è la storia di una battaglia contro l'atrocità domestica del destino, contro il vuoto che ammutolisce, contro il silenzio – ed è la storia di una battaglia vinta. Comincia a Saint Simon, Losanna. Irina, avvocatessa italiana, e Mathias, ingegnere svizzero, vivono una vita apparentemente tranquilla, dentro un mondo socialmente saldo. Il matrimonio va di pari passo con la nascita di due gemelle. Quando una serie di segni fastidiosi della personalità del marito induce Irina a chiedere la separazione, le cose, nonostante tutto, sembrano prendere la forma gentile, della consuetudine. Mathias è un padre dedito, Livia e Alessia sono bambine vivaci che crescono sotto lo sguardo complice della tata Dolores e di quello, più ingombrante, della nonna paterna, Norma. E invece no. L'equilibrio si spezza. Mathias sparisce insieme alle gemelle. Si uccide. Delle bambine nessuna traccia. Così è. Per Irina comincia l'incubo. A fronte del rumore invasivo dei media si leva intorno alla donna, alla donna professionista di successo, alla donna italiana, la cortina di ferro di istituzioni fredde, e di quella stessa società fredda che solo poco prima poteva sembrare protettiva. Le indagini si fermano. Amici e famigliari tacciono. Resta solo il vuoto. È questo un "viaggio d'inverno" che sembra congelare il cuore di Irina, le sue accensioni, lo schioccare segreto delle sue passioni. Eppure non è finita. Da quel fondo oscuro, doloroso, dallo strazio del silenzio arriva una luce nuova. Irina, se lo ripete spesso, sarà una madre per sempre, per sempre assediata dall'assenza, ma non ha paura di continuare a esistere. Concita De Gregorio prende i fatti, semplici e terribili, ed entra nella voce di Irina. La scandisce in lettere, messaggi, elenchi. Irina scrive alla nonna, al fratello, al giudice, alla maestra delle gemelle, abbozza ritratti, scava nei gesti, torna alle sue storte radici, ricostruisce un percorso che non vuole chiudersi sul dolore. Essere felice è la condizione chiave.