Durante il Seicento il baricentro europeo si sposta dal Mediterraneo al mare del Nord. Paesi Bassi, Inghilterra, Francia, tutte regioni proiettate sui territori americani e dell’Estremo Oriente, si sviluppano aggressivamente sull’onda di una politica economica mercantilistica. In capitali come Amsterdam, Copenaghen, Londra il numero di abitanti cresce vertiginosamente mentre il potere mercantile si esprime nella costruzione delle Borse, i cui prototipi cinquecenteschi vengono amplificati e monumentalizzati. Intanto le rotte commerciali transoceaniche, la colonizzazione delle Americhe e di alcune regioni d’Oriente si riflettono sulla struttura delle città espandendone i centri portuali. Non così dall’altra parte d’Europa: sono gli anni del declino del primato del mondo cattolico, della Chiesa di Roma, dell’Impero Spagnolo e del Sacro Romano Impero. Paradossalmente è proprio quel declino politico a essere all’origine di quello straordinario fenomeno chiamato ‘barocco’: immense risorse sono convogliate nella Capitale per costruire piazze, ampie strade, fontane, giardini. Opere straordinarie per fasto ed efficacia persuasiva, con cui il papato reagisce alla decadenza politica. La ricchezza straordinaria della rappresentazione urbana informa di sé la religione, la vita collettiva cittadina, le arti, l’architettura, la forma urbis. È una sensibilità nuova che si espande presto da Roma alle regioni nordorientali (Baviera, Cecoslovacchia, Polonia), fino alla penisola iberica e ai suoi domini d’oltremare.
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Brossura
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