La storia è la madre di tutte le storie: una storia d’amore contrastato. Baldo Creonti, l’inviso, nelle mire del vicepreside da sempre, si innamora di Milena, figlia unica adorata del vicepreside. Questo è il filo, e tutt’attorno si intrecciano avventure. Dall’ingresso fatale, la scuola si anima, si restringe, si dilata: è una giungla, un castello, un carcere su un’isola lontana. Scenario di drammi, farse e sfide all’ultimo sangue. Da ore sempre uguali si staccano minuti densi, terrificanti o paradisiaci. Nonna Cristina, Donna Nuda, Bomba, il Ragno della storta, suor Luca Maria; Cavina ci ha già regalato personaggi memorabili, talmente vivi che ci pare di conoscerli da sempre. Qui ne sforna di stupendi: dal protagonista, Baldo Creonti, a Maria, così chiamato dalle sue merende “stupefacenti”, a Oscar Rosini, il bello, pluriripetente, al povero Conficconi, la vittima predestinata. Impagabili i professori, dal preside dalle manine rotonde incagliato da anni dietro la scrivania, al conte Vlad, che disegna croci alla lavagna, al vicepreside Barzagli, il prof di ginnastica pacifista per finta e sadico nell’anima. L’Autore scrive come parla, come si muove, come racconta al bancone del bar: parole ridenti, dirette, iperboliche. Qui è più in forma che mai, la sua purezza è assoluta, cristallina. Ci apre il cuore e ci rapisce perché in ogni riga ha il coraggio di essere se stesso. Con umorismo e tenerezza disarmanti, Cristiano svela il sogno dietro le cose normali, che non sono più normali, perché niente è mai normale per chi vive davvero. Anche noi abbiamo avuto professori così, e avevamo compagni così: in queste pagine volano, e ci fanno volare. Da questa scuola magica che diventa un teatro, un girone infernale e una prateria, chi l’avrebbe detto? non vorremmo uscire mai più.
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brossura
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