Questa è la storia di Paolo Ciulla - un artista autentico - e della sua incredibile vita. Una storia vera, romanzata solo qua e là, quando i documenti non riuscivano a colmare i vuoti di certi anni. Paolo Ciulla, nacque nel 1867 a Caltagirone. Destinato a diventare professore all'Accademia di Belle Arti della sua città natale, a causa delle sue predilezioni socialiste e di un amore omosessuale diventò un escluso. Da allora condusse una vita difficile, sofferta e avventurosa, qua e là per l'Italia, poi Parigi, dove conobbe tra il 1906 e il 1910 Picasso e i pittori che gravitavano attorno a Montmartre. Poi il grande balzo per l'America del Sud, Buenos Aires dove per vivere lavorò presso uno studio fotografico. Quindi l'amaro ritorno, senza futuro e senza più amici. E fu allora che si accorse di avere un'altra possibilità. Il tratto prodigioso e la straordinaria sensibilità nel mescolare colori e terre fecero di Paolo Ciulla un falsario eccezionale e le sue banconote da 500 lire inondarono Catania. Soprattutto la Catania dei vinti, di chi, stretto tra miseria e colera, si vedeva recapitare quei biglietti della cui autenticità nessuno, neanche i beneficiati, dubitavano. Lavorava da solo Paolo Ciulla, in periferia, lontano da occhi indiscreti. E il suo talento era tanto più eccezionale perché gli acidi e le sostanze tossiche lo avevano reso totalmente cieco. Grazie al tatto riusciva a calibrare la porosità della carta, lo spessore, il segno poi era inciso a memoria - anni e anni di disegno avevano dato il loro frutto. Scoperto, processato, condannato a cinque anni di carcere, ne uscì nel 1927 trascorrendo sereno gli ultimi anni nell'ospizio di Caltagirone.
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La memoria
Brossura
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