Nella Sicilia del Cinquecento nasce la setta dei Beati Paoli. Origine, scopi dell’organizzazione, circostanze della sua nascita sono sconosciute alla storia ufficiale. Il romanzo di Luigi Natoli, I Beati Paoli, e una certa tradizione popolare ne hanno fatto una specie di setta segreta di giustizieri, votata a raddrizzare i torti, difendere i deboli, vendicare le prepotenze. Anche se nessun documento attesta l’esistenza della setta essa ha ispirato - e tuttora ispira - pittura popolare, spettacoli dei pupi, leggende e misteri e perfino la toponomastica di Palermo: nel quartiere del Capo sono state intitolate agli incappucciati una piazza e una strada e ai Beati Paoli è dedicato oggi anche un percorso turistico che tocca strade, chiese, cunicoli. Questo libro presenta una ipotesi suggestiva e coraggiosa: nati sul nucleo del potente e misterioso ordine religioso di San Francesco di Paola, i Beati Paoli che si riunivano nel giardino palermitano della “Curcuma”, sarebbero stati il braccio armato e clandestino di una parte delle ricche classi mercantili siciliane, decisa a conquistare il potere feudale. A questo scopo i Beati Paoli avrebbero organizzato stragi, complotti, omicidi. La violenza ricorrente e i rapporti con il potere hanno accentuato il carattere eversivo della setta, che alcuni hanno voluto considerare come anticipatrice della mafia.
280
brossura
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