In una libreria antiquaria di via Corridoni viene trovato il cadavere del senatore Ugo Magni, chirurgo molto noto a Milano. La saracinesca del negozio è sbarrata ma la vittima e il suo assassino devono essere entrati dalla porta sul retro. Dalla libreria manca un unico volume, la “Zaffetta”, un poema erotico stampato nel 1531 e attribuito a Pietro Aretino. Il professore, oltre a essere un medico valente, aveva un’unica passione, non i libri antichi (che potrebbero giustificare la sua presenza nel negozio) ma le donne: oltre alla bella moglie ruotavano attorno a lui varie figure femminili: l’infermiera Patt, la cameriera Norina, la medium Wanda Corbelli, Fioretta Vaghi (fidanzata di un suo assistente) e la misteriosa donna con la quale si dava appuntamento in un’elegante garçonnière. L’indagine si presenta complessa e mentre il questore preme per una rapida conclusione, data la personalità del morto, De Vincenzi deve districarsi tra le sei donne, tutte molto belle, gli assistenti del professor Magni, che forse qualche motivo di malanimo nei suoi confronti l’avevano, il proprietario della libreria e il suo commesso. “Sei donne e un libro” è fra le primissime indagini di Carlo De Vincenzi, il credibile e intelligente commissario di pubblica sicurezza creato da Augusto De Angelis. Mite, riflessivo, il suo metodo consiste nel leggere nel cervello e nel cuore degli uomini e proprio per questo viene a volte rimproverato dai superiori. È quel che accade in “Sei donne e un libro” dove, a dispetto di ogni apparenza, De Vincenzi non crede che l’assassino sia il vecchio avanzo di galera indicato da tutti come il colpevole. “Lei li guarda, li interroga, - lo apostrofa il questore - li esamina, li giudica con il suo metodo psicologico e poi li manda a spasso decretando: ‘non può’ essere stato costui! Gli manca la ‘capacità morale’!”.
350
brossura
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