Quanto incide la presenza del passato, la civiltà che trasuda da ogni pietra, nella vita quotidiana di chi vive nella città eterna? Quanto il fatto che nella capitale si concentrino il potere temporale e spirituale? Città unica per mille ragioni, meta imprescindibile, Roma è allo stesso tempo scenario e personaggio di infinite narrazioni; se guardiamo all'indietro basti pensare a Moravia, Pasolini, Morante. Considerando invece il presente: abbiamo chiesto a cinque scrittori che sono nati o vivono nella capitale di raccontare una storia della "loro" Roma, scegliendo luoghi, prospettive, temi. Ne è nato un puzzle abbastanza imprevedibile, che tutto insieme ricompone un disegno coerente e straordinariamente ricco. C'è chi si concentra in luoghi simbolo, certo meno nobili dei siti storici monumentali, ma non per questo meno significativi, come la Stazione Termini di Fabio Stassi; o chi come Giordano Tedoldi racconta una storia di adolescenza tra Monteverde vecchio e il Vaticano, ombre e luci tra il colonnato del Bernini e i licei bene della capitale; Manzini sceglie di narrare Roma a partire dalla sua fauna, i tipi umani che la popolano, mentre si sta fermi intrappolati nell'ennesimo ingorgo. Eterno ed immobile come la città che l'ha prodotto. Due storie che si rifrangono l'una nell'altra nel racconto di Chiara Valerio, una donna sola in un palazzo umbertino, un'ombra, lo sciabordio del Tevere. Infine la capitale attraverso gli occhi malati di un bambino nel racconto di Giosuè Calaciura.
240
brossura
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